venerdì 18 agosto 2017

Da Bratislava a Vienna (12 km pedalati)

Il viaggio sta per terminare e i km in bici scendono. Oggi trasferimento in treno, ma lo stesso sono quasi 12i km pedalati di cui 10,7 sul piacevole Ring di Vienna. 
L'anello, ring appunto, permette di toccare i punti principali della città per farsi un'idea del clima asburgico che aleggia su tutta Vienna. 
Giornata quindi molto rilassante che però ha riservato il meglio per la sera. 
Andiamo a vedere una partita di campionato del Wiener Sport Club, militante nella terza serie ed è subito amore. 
1502 spettatori ed è indubbio che i 2 eravamo noi. Cori a supporto della squadra dall'inizio alla fine e mai contro gli avversari, che riconoscono questo rispetto venendo a salutare pure loro sotto la nostra curva. 

Usanza decisamente originale: su ciascun calcio piazzato da buona posizione ogni tifoso estrae il proprio mazzo di chiavi per agitarlo a mo' di incitamento. Noi ne siamo sprovvisti, ma prontamente qualcuno ci allunga il suo.   
Finita la partita andiamo a mangiare insieme a Kurt in un simpatico locale in "piazza della fontana" e vediamo uno spaccato di Vienna molto meno asburgico ma più vivo e "di pancia". Ci piace. 
Prima di salutarci rimane il tempo per un doveroso gemellaggio granata - bianconero
Domani ultimo giro prima del ritorno a casa. 
Dani e Fede

giovedì 17 agosto 2017

Da Mosonmagyaróvár a Bratislava (44,17 km)

Usciti dalla triste Mosonmagyaróvár partiamo alla volta di Bratislava. 
Probabilmente all'andata il clima meno caldo rispetto ad oggi ci aveva fatto immaginare cose diverse.
La ciclabile si dipana tra sterminati campi di mais e girasole intervallati da piccoli centri abitati. A questo giro mancavano pure i balloni. 
A salvarci da questa noia molto calda, solo Elio; citazioni su citazioni del meraviglioso complessino. 
Tappa quindi abbastanza deludente, come l'hotel "Freddie next to Mercury", sul quale forse riponevamo troppe speranze...
Nota serale positiva: il pub dove avevano cenato ancheall'andata. Birra ottima, cibo delizioso. 
Lasciata alle spalle l'Ungheria ecco un piccolo dizionario da viaggio:
Sör - Birra
köszönöm - grazie
Étterem - ristorante 
Két - due
Eladó - vendesi
Kiadó - in affitto
Vegyes- misto
In tutto questo però l'importante è sör appena entrate in un bar e köszönöm quando vi portano la birra. 
Domani si va a Vienna. 
Dani e Fede

mercoledì 16 agosto 2017

Da Györ a Mosonmagyzaróvár (56,37 km)

Tappa abbastanza noiosa, quasi tutta ciclabile tra statale e campi di mais e girasole. 
Per renderla un po' più interessante ci abbiamo aggiunto svariati guasti e parecchie cazzate. 
Pronti via, usciamo da Györ e Fede annuncia: "oggi le gambe girano davvero bene". Dopo neanche 500 metri, sdeng! Raggio della ruota posteriore rotto; non troveremo un biciclettaro fino a Mosonmagyaróvár. Nonostante questo la bici va e noi andiamo. 
Nell'interminabile rettilineo nel nulla (quasi 20 km con impercettibili curve) ci compare agli occhi una piramide di balloni (alla reggiana). Cosa fare se non arrampicarcisi sopra e farsi delle foto? Vero Daniela?
Dopo i rettilinei di oggi guai a lamentarsi della pianura padana. 
A soli 5 km dalla meta, dopo un ricco pranzo a base di carboidrati, latte cagliato, proteine affumicate di dubbia provenienza (leggi: panini con formaggio e prosciutto), ripartiamo ma la ruota anteriore della bici di Fede è a terra. Si procede con un pit stop da fare invidia alla Ferrari e ripartiamo giungendo presto all'arrivo di tappa. 
Mosonmagyaróvár, la città dei denti, è tristissima. I negozi chiudono alle 17 e in giro non trovi più nessuno. 
In questo paesone ci sono una cosa come oltre 150 studi dentistici e qui giungono sdentati dalle vicine Austria, Slovacchia e affini. 
Domani si parte alla volta di Bratislava dove ad attenderci ci sarà Freddie Mercury!! ...capirete perché. 
Dani e Fede


martedì 15 agosto 2017

Da Esztergom a Györ (6 km pedalati)

Oggi abbiamo deciso di prendere il treno per evitare la statale 11, che all'andata ci ha fatto rischiare più volte la vita. Troppo tardi abbiamo scoperto l'esistenza della via slovacca, di cui non garantiamo la fattibilità, ma sicuramente non può essere peggio della statale. 
Consiglio per quando non pedalate:
- controllate sempre l'orario dei treni per non arrivare 4 ore prima della partenza del vostro. 
Oggi abbiamo conosciuto un nuovo amico: Lazlo l'uomo del treno. Una singola locomotiva diesel giunta direttamente dal passato.

Quasi più lenta delle biciclette, la locomotiva di Lazlo ci ha portato alla stazione di Almásfüzitó dove con un cambio praticamente tra i binari abbiamo preso la coincidenza per Györ. 
Ques'ultima, seppur piccola, merita una visita sia diurna che serale (i ponti si colorano). 

Domani si torna a pedalare. 
Dani e Fede

Colazione da Magda

Stamattina la nostra streghetta aveva una meravigliosa vestaglina lilla e un filo di rossetto. Ci porta la colazione e inizia una conversazione con noi, a cui alla fine si aggiunge una sua amica (sempre e solo parlante ungherese).
Ecco il preciso resoconto della conversazione.
Ci porta la colazione, si mette seduta vicino a noi.
M: Oggi fa caldo
DF: Eh sì molto
M: e poi per pedalare troppo caldo. Io non vado in bicicletta.
DF: ma noi andiamo piano piano
Mentre porta via la colazione
M: non hai preso il caffè, vuoi il te?
DF: no grazie
Si aggiunge un'amica
DF: ci facciamo una foto insieme?
M+amica: ok
F: questa è la sciarpa della Reggiana, la mia città è Reggio Emilia...
M+amica: aaaahhhh (segue sguardo assente, della serie: de che stai a parlà? Ndr anche noi ce lo chiediamo spesso, ma non ditelo a Fede)
Selfie di gruppo.
M ad amica: loro sono venuti in bicicletta!
Amica: ah, però! (Libera interpretazione nostra)
Amica: eh, ma loro si vede che sono sportivi, hanno i muscoli (sportivi? libera interpretazione sua!!!)
M: io non vado in bicicletta. Soffro di cuore, non posso
D: però cammini
M: ah sì cammino tanto!
D: io Daniela tu?
M: Magda e lui?
F: Federico
M: ah Frederico, Frederico
M: tu di dove sei?
D: Roma
M: Roma (in questo caso si capisce chiaramente che sa esattamente di cosa si parla!)
Amica: Roma, Gianni!
D: Gianni
M+amica: Gianni è sposato con una ungherese
(E qui si aprono mille possibili scenari: l'ungherese in questione è: una nipote; un'amica; una figlia; una vegliarda come loro proprietaria di panzió... e chiamalo scemo Gianni)
Carichiamo le bici e salutiamo. Magda ci abbraccia e ci bacia. Non prima delle ultime raccomandazioni
M: andate piano. La strada è pericolosa, non correte.

Non è niente inventato. La conversazione in italo-ungherese è andata esattamente così. Se aggiungete i gesti, i mimi e gli sguardi tutto diventa improvvisamente chiaro.
... e poi nella casa della strega di Biancaneve, che stamattina si è trasformata in quella di Cenerentola, tutto è possibile.

Magicabula... bidibi bodibi bu!!!

lunedì 14 agosto 2017

Da Szentendre a Esztergom (60 km)

In assoluto la tappa paesaggisticamente più bella. 
Note per cicloturisti, ma anche solo turisti:
- in Ungheria ricordatevi di metter le gambe sotto al tavolo entro le 20:30. Alle 21 la cucina chiude e tanti cazzi, al massimo potete trovare un kebab, forse;
- Panziò vuol dire pensione, cioè affittacamere. Se fate tardi, panziò chiusa e voi vi attaccate al kebab di cui sopra. 
Ripartiamo con la tappa, che è stupenda sia da pedalare che da vedere. 
Dopo aver lasciato la graziosa Szentendre pedaliamo lungo la riva destra del Danubio fino al ponte di Tahitófalu il quale ci porta sull'isola di Szentendre che attraversiamo in tutta la sua larghezza percorrendo una strada poco trafficata tra campi di mais e fattorie con cavalli. Ci fermiamo di fronte a Vac (NoVat, Vac) dove prendiamo il primo traghetto (o' ferrebbott). 
Giunti a Vac pedaliamo lungo la sponda sinistra percorrendo la famosa ansa del Danubio. Ciclabile sempre molto bella e varia, affiancata a tratti alla ferrovia. 
Prima di giungere a Szob, ci fermiamo a pranzo a Nagymaros, dove avviene il fatto più rilevante della giornata: Serghio (biciclettaro da noi ribattezzato in onore del più famoso Sergio Pizzorno) ripara la bici di Fede con pochi spiccioli ed un ottimo risultato. 

Questa sosta ci fa però perdere circa 2 ore e giungiamo a Szob un minuto dopo che il penultimo traghetto sia partito. Un'ora di attesa al molo.

Qui ci attendono 5 km di statale 11, di cui sentivamo (ma anche no) la mancanza. Gli ultimi 6 km prima di giungere a Esztergom sono però molto belli lungo una ciclabile che percorre un parco sulle rive del Danubio al tramonto. 

Nota a margine. Arriviamo tardi. La Panziò è chiusa. Suoniamo il campanello e ci viene ad aprire la strega di Biancaneve. Una vecchina tutta rinseccolita nella sua vestaglietta azzurra e con la gobba. La vecchina parla tanto, ma solo ungherese. In qualche modo capiamo che la nostra prenotazione non esiste (grazie Booking) e l'ultima stanza dovrebbe essere occupata da Giulia che, come Laura, non c'è. Dopo mezz'ora di contrattazione la vecchina parlante ungherese, Daniela parlando italo-anglo-mimo otteniamo la stanza, tra l'altro bellissima, e la colazione (Frühstück, che è tedesco ma è l'unica parola non magiara che la strega conosce) di domani alle 9 che ci farà lei, con le sue manine gobbe. 
Dopo aver riscritto per intero questo cazzo di post (fate salva ogni tanto) e finita la birra...
(La foto con le birre piene è finita insieme al post non salvato, forse col kebabbaro di cui sopra)
...ce ne andiamo a dormire nella paziò. 
Buonanotte 
Dani e Fede

domenica 13 agosto 2017

Da Budapest a Szentendre (28,77 km)


Budapest bellissima. 

Lungo la ciclabile in città è facilissimo trovare delle palestre a cielo aperto attrezzate anche con complete free bike station. 



E finalmente pedaliamo di fianco al Danubio. Ciclabile bellissima che risale il fiume sul lato destro. 
Il paesaggio fluviale (ma a Daniela piace più chiamarlo lacustre... perché le canne... le cose... insomma, è lacustre!) è bello e rilassante. Lungo il cammino si possono incontrare numerosi bar con sdraio e sedie sulla riva dove consigliamo di fermarsi a bere una birra (sör in ungherese) e "zaccarsi" (come dice Federico) un po'. 

Piccola nota: il Danubio non è poi tanto blu, è più verde marroncino, ma con la giusta inclinazione e riflesso (e dopo una birretta) diventa quasi blu. 
La ciclabile continua lungo il fiume fino a Szentendre con un piccolo tratto finale la cui pavimentazione non è proprio bellissima. 
Si consiglia di seguire le indicazioni della Euro Velo 6 e non quelle della guida italiana che farebbe percorrere la statale, brutta e pericolosa. 
La poca lunghezza della tappa odierna ci permette di arrivare presto e visitare la piccola ma graziosa cittadina di Szentendre. Sconsigliato lo shopping, prezzi decisamente rispetto la media ungherese. 
La parte difficile ora è leggere la guida al contrario (oirartnoc la adiug), visto che stiamo tornando indietro. 
Edef e Inad (Dani e Fede)

sabato 12 agosto 2017

Budapest (niente bici, solo musica e terme)

Dopo che i nostri fisici sono stati messi alla prova da caldo e statali, abbiamo deciso di recuperare energie mentali e fisiche, passando due giorni nella capitale magiara. 
Venerdì 11 fa ancora molto caldo e il massimo dello sforzo che possiamo permetterci si riduce a mettere i piedi nella fontana musicale dell'isola margherita, la quale merita di essere passeggiata. 

Ma la meta è lo Sziget e i tamarri Kasabian. Piccola nota fuori Euro Velo 6: andare a Budapest ad inizio agosto vuol dire assolutamente Sziget!

Ancora estasiati dalla graffiante chitarra di Sergio (pron. serghio), il secondo giorno in città lo dedichiamo alle terme di Szechényi. Belle, calde, enormi. 

Infine, se avete bisogno di informazioni i budapestesi (termine apprezzato da entrambi) sono ben lieti di aiutarvi seppure voi non parliate russo, ucraino, rumeno, ungherese, bulgaro e antani. 
Rigenerati nel corpo e nello spirito ci prepariamo a tornare in sella alle nostre biciclette. 

Dani e Fede

giovedì 10 agosto 2017

Da Komarom a Esztergom (54,8 km)


30 km di statale sono troppi!

Tappa brutta, calda e pericolosa. Abbiamo rischiato la vita in più occasioni. I 36 gradi di temperatura venivano amplificati da asfalto e traffico pesante. 

Paesaggisticamente il percorso era interessante come la Via Emilia da Calerno a Masone, escludendo il centro di Reggio. 
Unica nota positiva la fabbrica ad inizio percorso, 
il resto è solo aspettare di giungere al fiume dal quale la ciclabile prende il nome, ma che in realtà non costeggia praticamente mai. 

Domani andrà meglio, si va a Budapest. 
Shoot The Runner
Dani e Fede

mercoledì 9 agosto 2017

Da Györ a Komarom (44,28 km)

Perché in Ungheria la birra costa meno che in Slovacchia, quindi niente Komàrno. 

Usciti da Györ (l'anno scorso il principale problema era uscire dalle città, ndr) grazie all'aiuto dei tanti cicloturisti, sbagliamo strada in più occasioni arrivando ad accorciare la tappa di 12km.  Anche in questo caso la ciclabile non propone bellezze interessanti da notare; non ci sono neppure i nudi. 
Giunti però in prossimità di Gönyü, quando si era ormai sull'orlo dello sconforto, vediamo un gatto e i gatti portano fortuna (Dani sostiene questo); difatti dopo poche pedaletate ci imbattiamo in una piacevole sosta, nel cortile si un piccolo negozio che potrebbe ricordare quei supermarket ante litteram (Fede non conosce il latino, quindi non sono parole sue) del secondo dopoguerra italiano. E' stato come un tornare ad un mondo fatto di persone che provano a capirsi nonostante la lingua diversa con un sorriso e qualche gesto. 

Dopo esserci rifocillati e rinfrescati (nota: le fontanelle non esistono, neppure nei cimiteri. Attrezzatevi) riprendiamo la via lungo la "autostrada 1", salvo poi ritornare alla Euro Velo 6. 
In questo tratto, tra carraie dissestate e strade in cattive condizioni si giunge alla cittadina di Acs.
Viste le pessime condizioni della ciclabile ufficiale decidiamo di continuare lungo la statale dove gli ungheresi "piottano a manetta". Questo ci permette di accorciare il percorso ed arrivare nella bucolica Komarom dove, a parte un ex castrum romano (inutile specificare chi ha voluto inserire questo dettaglio), non c'è una fava. 
Domani ci attendono altri km di statale, questa volta Euro Velo 6 official. 
Dani e Fede
P.S.: abbiamo postato solo 2 foto, perché il cellulare di Daniela s'è svampato temporaneamente. S'era rotto le scatole pure lui 

martedì 8 agosto 2017

Da Bratislava a Györ (81 km)

Tutto quello che le cicloguide non vi dicono. 

Da Bratislava il primo pezzo di ciclabile è molto carino; si vede il Danubio e ci sono diversi posti in cui fermarci anche con bagni chimici a disposizione. Memorizzate bene il Danubio perché, almeno fino a Györ non lo vedrete più. Anzi manco lì lo vedete!
Passato un isolotto con tanti culetti in esposizione, dopo poco giungerete al confine con l'Ungheria. Questa volta ben segnalato da una bandierina magiara.
 
Da lì inizia la "pannonia" e capiamo perché i romani volevano conquistarla. Km e km, almeno 40, di campi sterminati di mais.
La ciclabile, seppure ben asfaltata e ben segnalata, si dipana fra la provinciale abbastanza rumorosa, i campi di mais e tanto vento. Nel nostro caso, sempre contrario. Penserete, siete stati sfigati. Ma essendo tutto piatto e aperto il vento e sempre presente. 
Mosonmagyarovar è una bella cittadina dove fermarsi per mangiare. Fino a Györ si alternano campi da mais e piccole e graziose cittadine dove la birra costa poco più di un euro: queste rappresentano l'unico svago in un percorso altresì noioso. 
Dalla città di Darnózseli fino a Hedervar è possibile essere accompagnati da un cane, forse da caccia, ben addestrato dall'ente euro velo 6, che per 4 km e mezzo ci indicherà tutte le deviazioni tenendovi anche con la giusta tensione in corpo, invitandovi nei momenti di sconforto. 
Si sconsiglia di arrivare a Györ troppo tardi per non avere la possibilità di scegliere il giusto ristorante. 
Il lungo tratto di oggi non ci ha particolarmente entusiasmato, se non per (opinione di Fede) la fantastica scritta Regia sul muro di una casa. Dani si dissocia, due volte che non si sa mai. 

Dani e Fede 

lunedì 7 agosto 2017

Da Vienna a Bratislava (68 km)

Ora la cicloguida la scriviamo noi!

Vienna bella, bagnata, ma bella.
Partenza da Vienna ore... tarda mattinata, come da nostra abitudine. 

Primo tratto da Vienna molto bello immerso nel verde e nei nudisti (un po meno belli).
Si consiglia la tappa al bar Mosquito pieno di simpatiche e accoglienti vespe. Si sconsiglia l'uso del bagno, per ovvi motivi. Più avanti c'è un pulitissimo bagno chimico.
Finiti i nudisti la strada diventa poco simpatica, attraversando una raffineria e allontanandosi costantemente, in un lungo e interminabile rettilineo (14 km), dal Danubio. Ps da notare che il manto stradale è un po brecciolonato, tradotto fa un po' male il sedere.
Interrompe il lungo rettilineo il pranzo sulle amache di Eckerstau (pronuncia eccheccazzo!). Le guide vi parleranno di una vista al casino di caccia barocco di qulache nobile, ma in realtà merita tutto amache, bagno gratis, possibilità di riempire le borracce (è vero che non esistono fontanelle lungo il percorso). 

Finito il rettilineo si attraversa il Danubio sull'assolato e interminabile ponte (2,2 km) che vi tirerà fuori una serie di figure retoriche ispirate ai Santi.
Dopo un breve tratto costeggiando il Danubio, molto bello e dove si possono incontrare giovani tifosi francesi della Reggiana, si arriva a Hainburg.
Da lì si sale, si sale e si sale... allontanandosi dall'amato fiume.
Tra saliscendi vari si arriva Wolfsthal, ultimo paesino austriaco, da lì si prende l'ennesimo rettilineo al sole, che costeggia l'autostrada.
Quando si è prossimi al confine prestate attenzione ad una vecchia struttura abbandonata: Zollam e qualcosa. Essa era la vecchia dogana.
Non aspettatevi cartelli di benvenuto in Slovacchia, dopo pochi metri per terra troverete la scritta Slovakia per la foto di rito.

A quel punto dopo 60 km l'arrivo a Bratislava è 'na caccola.
Si consiglia il pernottamento all'interno di un Botel e la cena in una birreria del centro.
Dani e Fede

giovedì 3 agosto 2017

A piccole pedalate si arriva da per tutto


Ed ecco, il primo importante passo è compiuto: Definire la meta del viaggio! Dove andremo e cosa vedremo...
O meglio di definito c'è la partenza e la destinazione, le tappe intermedie dipenderanno da quanto ci andrà di pedalare e dal paesaggio che ci accoglierà.
Perché la bellezza della vacanza in bici è questa: libertà. Liberi di decidere la velocità alla quale andare, di fermarsi in qualunque momento e in qualsiasi luogo.
Libertà di prendere su e ricominciare a pedalare, e tra poco l'avventura ricomincia, la bici si risveglia, il treno per Vienna ci aspetta.
Ma soprattutto, la curiosità di sperimentarsi ancora una volta, ognuno secondo il proprio passo... Un po' come la lepre e la tartaruga :)



La Meuse a velo: 589,11 km pedalati

Il lungo viaggio di ritorno ci sta portando alla fine della nostra quarta vacanza in bicicletta.   Quest'anno abbiamo "conquist...